MANTOVA – Emergenza Covid e restrizioni per arginare la pandemia: per la Uil di Mantova l’ultimo Dpcm, senza contare le varie applicazioni regionali, non dà la risposte che i lavoratori e i cittadini chiedono da mesi, ma consolida dubbi e timori.
“Dobbiamo ripartire mettendo il lavoro al centro dello sviluppo e degli obiettivi da raggiungere – dichiara Paolo Soncini – una nuova società basata sulla cura e sul bene comune. Chiudere tutto, specialmente tutto il comparto ristorativo e ricreativo considerato “secondario”, secondo il sindacato crea un forte rischio per migliaia di posti di lavoro e di piccole imprese, oltre ad una forte disparità di trattamento rispetto alle grandi aziende produttive. Ritrovarsi così, dopo otto mesi, senza che siano stati aumentati i posti letto, le assunzioni di personale sanitario e la strutturazione di servizi pubblici di prevenzione è il sintomo di qualcosa di profondamente sbagliato. Non è possibile parlare di nuovo lockdown, nemmeno camuffato, senza prima mettere sul piatto investimenti nella sanità e garanzie di reddito per tutti i lavoratori, a partire dalle categorie più precarie”, incalza Soncini. L’appello della UIL alla politica è quello di fare in fretta perché nessuno resti indietro e di evitare il ricorso a forme di “coprifuoco” incomprensibili alla popolazione e che rischiano di essere dimostrazioni di incapacità a gestire la situazione.