PEGOGNAGA – Benedetto dal vescovo a Pegognaga lo storico coro di cinque campane, che alle 23,15 hanno ripreso a suonare dopo 70 anni. Benedetta anche l’ala delle attività parrocchiali, prolungamento laterale della chiesa. Tutto nel quadro della presentazione de “La nuova Chiesa tra storia, arte e simbologia”, a cui hanno assistito il sindaco Matteo Zilocchi, l’assessore Silvia Scarduelli, il consigliere di minoranza Teresa Morbio e centocinquanta persone (clicca sulle immagini per ingrandirle)
Decisamente alto l’interesse degli astanti che hanno a lungo ammirato l’edificio per la singolare bellezza architettonica definita «Un gioiello».
Ha detto il vescovo di Mantova mons. Marco Busca «Questa chiesa, rispetto alla precedente, cambia logica: si passa dalla messa del prete, alla liturgia della comunità, che è il vero soggetto della celebrazione liturgica». Spiegazione che i partecipanti all’incontro si attendevano avendo riscontrato che nella nuova chiesa il tabernacolo non è al centro dell’altare, ma defilato in una sala laterale.
Il colore rosa delle pareti in cemento, suggerito, come ha spiegato il coprogettista Enrico Maria Raschi, dal pulviscolo per l’abbattimento dei muri in mattoni della chiesa precedente, ha indotto Alessandro Campera, responsabile regionale dell’edilizia religiosa, a definire «Chiesa calda, accogliente, dal senso di casa comune». Da cui il tema della serata. Campera aveva seguito passo passo il nascere dell’immobile, mediando tra esigenze della comunità pegognaghese e suggerimenti della Curia.
«La chiesa indica un modo di essere Chiesa in cui nessuno si sente escluso », ha detto don Matteo Pinotti, vicario episcopale della Pastorale, proseguendo «Qui oltretutto c’è qualcosa di affascinante: i reperti archeologici d’insediamenti di chiese del passato». Tema su cui Simone Sestito, tecnico della Soprintendenza ai Beni Culturali ed Architettonici, s’è soffermato, per sottolineare importanza e valore dei ritrovamenti.
Tre siti delle chiese medievali ritrovati saranno visibili nel corso dell’anno all’interno dell’aula liturgica. La coprogettista Sara Lonardi ha sottolineato che con la costruzione dell’ala delle attività parrocchiali, dove sono custoditi reperti in apposite teche, e la creazione dell’area verde già spazio delle navate dell’Assunta «Abbiamo riproposto il recupero della memoria. Continua progettazione è stata poi la scoperta dei reperti archeologici».
Raschi ha descritto la straordinaria luminosità dell’edificio, esaltante l’abitabilità, è ottenuta con vuoti e pieni derivati dal pilastrato. «Il cantiere è diventato una grande famiglia, che viviamo con gioia», ha detto don Flavio Savasi parroco di Pegognaga. Oggi, alle 18, la consacrazione della chiesa, un evento attesissimo da tutta la comunità pegognaghese.
Riccardo Lonardi