Positivi al tampone, ma irreperibili. Sono decine i casi dal nord al sud Italia di persone risultate positive, ma che non si fanno trovare per non essere sottoposti a quarantena.
C’è chi da il numero di telefono falso, chi non risponde, chi è già partito per il mare, chi non vuole fornire i contatti per il tracciamento. Il motivo? Salvare le vacanze ed evitare di attendere di negativizzarsi. Il numero maggiore – riferisce il TGcom24 – si registra a Roma e provincia, dove ben 250 persone da inizio agosto sono risultate irrintracciabili. La maggior parte ha fatto il test rapido in farmacia e una volta ottenuto un referto positivo, ha staccato il telefono, per evitare di fare il tampone molecolare di conferma che, nel caso in cui risulti ancora positivo, vuol dire essere messo in quarantena.
Stesso problema in altre zone d’Italia: circa 30 casi di positivi introvabili segnalati a Capri, 20 nel Salento, svariati a Rimini, ma anche in Abruzzo e in Sicilia stessa storia.
Un sistema che continua ad alimentare i contagi. Le Asl segnalano i casi alle forze dell’ordine e per i “fuggitivi” la sanzione amministrativa va dai 400 ai 3mila euro.
C’è anche il problema dei test fai-da-te, acquistabili in farmacia o anche nei supermercati. In questo caso se si risulta positivi al Covid, nessuna autorità sanitaria lo saprà mai e quindi non avrà a disposizione gli strumenti per poter fermare la catena del contagio. Per questo molti farmacisti si sono rifiutati di rimetterli in commercio.