MILANO – Cimice asiatica, fenomeni di resistenza a funghicidi e limiti all’applicazione di strategie classiche di difesa per la riduzione dei prodotti fitosanitari disponibili hanno creato in questi ultimi anni non pochi problemi alle coltivazioni di pere.
“Questa situazione ha portato in alcuni casi alla perdita totale delle produzioni e una contrazione nell’ultimo triennio delle superfici investite a pero in Lombardia che a livello regionale si sono attestate al 15% con punte vicino al 20% per i territori della provincia di Mantova” ha dichiarato Fabio Rolfi, assessore all’Agricoltura, Alimentazione e Sistemi verdi della Regione Lombardia. “Per questo, grazie alla competenza del servizio fitosanitario regionale, abbiamo deciso di mettere in campo interventi innovativi. La pera mantovana va salvata, tutelata e valorizzata anche in ottica di sostenibilità ambientale”.
Oltre agli importanti investimenti per l’installazione di reti antinsetto, nel corso del 2020 e del 2021 il Servizio fitosanitario ha provveduto ad eseguire un totale di 106 rilasci (100 femmine e 10 maschi per ogni lancio) di vespa samurai, antagonista naturale della cimice, in 33 diverse località regionali, localizzate nelle provincie dove maggiori sono stati i danni provocati dalla cimice asiatica. Anche se risulta ancora prematuro considerare efficace il programma di lotta biologica, il ritrovamento della vespa samurai nell’anno successivo ai rilasci rappresenta un’indicazione del suo insediamento nell’agroecosistema lombardo e fa ben sperare per un prossimo contenimento delle popolazioni di cimice asiatica entro livelli più sopportabili, in modo da rendere più agevole il suo controllo con gli altri metodi di difesa disponibili e riducendo di conseguenza l’impiego di insetticidi. È in corso anche una collaborazione con l’Università degli Studi di Torino per utilizzare sostanze non tossiche che possano compromettere il regolare sviluppo delle forme giovanili della cimice.
Per quanto riguarda la lotta a maculatura e marciume sono state allestite prove in vitro per individuare i fungicidi meno interferenti con lo sviluppo di Trichoderma, prodotto in grado di contrastare le due malattie fungine, e basare quindi su questo la difesa del pero riducendo al minimo l’impiego di prodotti di sintesi. Già nella campagna 2022 le conoscenze acquisite saranno applicate in campi pilota.
“Da parte della Regione Lombardia c’è la massima attenzione all’implementazione e all’utilizzo di strategie di protezione delle piante anche in un’ottica di sostenibilità ambientale. Strategie che vengono sempre condivise e realizzate in collaborazione con i produttori. Vogliamo salvaguardare il reddito delle nostre aziende e al tempo stesso produrre cibo più sano e tutelare la qualità dell’ambiente. Il comparto delle pere mantovane oltre a garantire una produzione di qualità ha rappresentato un’esperienza efficace di diversificazione produttiva, che genera valore e occupazione, ma che rischia di essere azzoppato a causa della diffusione di fitopatie e insetti alieni. Per queste ragioni merita attenzione, ricerca e impegno per superare questa difficile congiuntura” conclude Rolfi.