PEGOGNAGA – Mettere uno stop al valzer di partito o quantomeno applicare una serie di meccanismi che disincentivino al massimo il trasformismo parlamentare. E’ quanto chiede il segretario del Pd di Pegognaga Marco Carra, una richiesta la sua che parte dall’analisi della vicenda del senatore Eugenio Comincini, eletto con il Pd, poi tra gli artefici di Italia Viva e ora rientrato nel Pd.
“Il senatore Eugenio Comincini è stato eletto nelle liste del Pd nel 2018. Nel 2019, attraverso una scissione, ha dato vita, insieme a Renzi e ad altri parlamentari, ad Italia Viva. Si è trattato di un gesto di chiarezza. In questi giorni, è rientrato nel Pd.
Orbene, le porte di un partito politico devono essere sempre aperte. Tuttavia, un partito politico, attraverso il suo gruppo dirigente, ha il dovere di tutelare la propria comunità, i propri iscritti, i simpatizzanti e gli elettori che con l’attività volontaria fanno vivere nella società i valori di quel medesimo partito. In questo caso, il nostro partito, il Pd” scrive Marco Carra
“Ho letto il lungo comunicato con il quale il senatore Comincini giustifica il suo ennesimo cambio di partito. Dopo questo andirivieni, mi sarei aspettato due righe di scuse nei confronti di chi lo ha votato, sostenuto e ha speso tempo per fargli un pezzo di campagna elettorale. Mi sarei aspettato due righe di profonda autocritica. In fondo, Comincini ha “solamente” contribuito a far nascere un partito, Italia Viva, nato per distruggere il Pd, come dichiarato dal suo fondatore e leader; ha “solamente” fatto cadere un governo, nel quale il Pd era parte fondamentale, per favorirne la nascita di uno nuovo insieme alla destra” continua il segretario dem
“Non so quanto abbia sofferto il senatore Comincini con tutti questi cambi di partito. So per certo quali stati d’animo hanno vissuto i nostri elettori vedendo questa coerenza singhiozzante. Ha ragione il segretario Letta: il trasformismo parlamentare ha reso poco credibile la politica, allontanandola dai problemi reali dei cittadini. Se non sarà possibile cancellarlo in ragione del dettato costituzionale, sarebbe bene introdurre quei meccanismi che regolamentano la vita del Parlamento che lo disincentivino, così da risparmiarci il racconto di scelte nobili quando a tutti è noto che di nobile, forse, c’è ben poco” conclude Carra