BAGNOLO SAN VITO – Il prossimo venerdi 28 febbraio alle 21, presso la sala civica del Comune di Bagnolo San Vito, verrà presentato il romanzo “Storia di un fermatempo”, ispirato alla vita del fotografo Gianni Bellesia. Nel romanzo compare anche il personaggio di Roger, un fotografo di Bagnolo molto attivo tra gli anni ’60-’70-’80, che aveva insegnato molto al fotografo mogliese quando era ancora agli inizi della sua professione.
Questo è il settimo romanzo che Adolfo Berni, scrittore di Moglia, ha pubblicato dal 2014, coronando una passione celata per tutta la vita professionale nel campo della maglieria, ma che ha sviluppato con ottimi risultati quando è andato in pensione. L’ultima fatica letteraria intitolata “Storia di un fermatempo” descrive in modo assolutamente avvincente e coinvolgente alcuni momenti di vita professionale del fotografo Bellesia. Il lavoro nasce casualmente mentre autore e soggetto stavano lavorando ad un altro volume pubblicato lo scorso anno sulla storia del paese di Moglia. Durante i numerosi incontri per completare quel lavoro, molti erano gli aneddoti che il fotografo raccontava dei suoi numerosi viaggi umanitari o delle su esperienze di fotografo ad inizio carriera. Da tutte queste note ne è uscito questo piacevolissimo lavoro che, come sottolinea lo stesso autore: “…è la storia in romanzo di un ragazzo che non accetta di essere destinato a diventare un voltaterra come da generazioni in famiglia, e vuole farsi fotografo”.
Il protagonista racconta anche dei suoi periodici viaggi in motorino, ad inizio carriera, quando ancora minorenne da Moglia, dove abitava, raggiungeva Bagnolo San Vito, a casa di Roger, situata proprio di fronte alla chiesa del paese. All’interno del romanzo di Berni “Storia di un fermatempo”, la figura di Roger, dopo una presenza iniziale consistente, diventa successivamente una identità quasi misteriosa, che il soggetto ricerca in ogni viaggio ma che mai incontra, e che ricompare solo al termine del racconto.
Il volume, edito da EtaBeta SP, ha la copertina realizzata dal giovane artista Nicolò Arioli, pure lui di Moglia, e rappresenta visivamente uno dagli avvenimenti descritti nel romanzo. Nel risvolto di copertina si legge: “Dai racconti di un fotografo, Gianni Bellesia, colpito sin da ragazzo dalla sindrome del viaggiatore, nasce questo libro”. Come ha sottolineato lo stesso Bellesia, questa “sindrome del viaggiatore” senza dubbio in buona parte gli era stata trasmessa proprio da Roger, in quei lontani anni settanta, quando, nonostante pioggia, vento e neve, con il suo inseparabile motorino giallo, non mancava mai all’appuntamento settimanale con la fotografia nella casa di Roger.