MANTOVA – Girato anche a Mantova nei mesi scorsi con il supporto di Mantova Film Commission, il documentario racconta la vicenda del capitano degli Alpini Arnaldo Berni, caduto in battaglia nel 1918 sul San Matteo: medaglia d’argento al Valor Militare, il suo corpo non è mai stato ritrovato. Sotto l’egida di Bepi Magrin – già tenente colonnello degli Alpini, guida alpina, scalatore e scrittore – il regista Matteo Raffaelli e la sua troupe hanno ripercorso le orme di Berni, da Mantova al ghiacciaio dei Forni. In ragione del proprio pluridecennale know how e della propria rete di relazioni professionali, Mantova Film Commission si conferma dunque interlocutore privilegiato per le produzioni cinematografiche e televisive nel Mantovano, supportando professionalmente le troupe che investono sulle risorse locali, alimentando la catena dei servizi e assicurando all’intero territorio un importante ritorno d’immagine, anche a livello internazionale.
IL CAPITANO DEI GHIACCI
“I giornalisti non arrivano fino a noi e così le gesta dei nostri soldati, che qui hanno veramente del prodigioso, non vengono raccontate e si perdono”. Così scriveva il capitano Berni poco prima di scomparire in un tunnel ghiacciato sul San Matteo, teatro nel 1918 della battaglia più ad alta quota che si ricordi. La sua storia, a distanza di oltre un secolo, viene finalmente raccontata e testimoniata. A farlo, in esclusiva su History – il 30 settembre alle 21.50, in prima visione sul canale 407 di Sky – è il regista Matteo Raffaelli con il docufilm sostenuto tra gli altri da Comune di Mantova, CereaBanca 1897 e Mantova Film Commission con il patrocinio di Fondazione Istituto Franchetti. In un arco temporale di oltre 12 mesi, il progetto – prodotto da Elena Lombardi e Marco Rotelli in collaborazione con Istituto Luce – ha visto un grande dispiegamento di forze che ha coinvolto anche il Corpo degli Alpini, con riprese effettuate in condizioni proibitive a 3.700 metri d’altezza. Nel cast “mantovano” Giordano Edmondi (Berni), Federica Restani e Beatrice Cotifava.
IL MANTOVANO BERNI
Nato a Mantova in corso Vittorio Emanuele, Berni si diploma ragioniere al Pitentino. Studente brillante, riceve due borse di studio dall’Istituto Franchetti. I luoghi della giovinezza sono le strade del centro, la Biblioteca Teresiana, i laghi delle gite in barca, casa Volpi Poltronieri… All’eroe di guerra sono invece dedicate una lapide all’esterno della chiesa di Ognissanti e l’iscrizione al Famedio (il suo nome è tra i primi, proprio all’entrata).
Spedito al fronte come ufficiale della 307^ Compagnia, Battaglione Skiatori Monte Ortler, Berni cade in battaglia a soli 24 anni, il 3 settembre 1918.
Con i suoi uomini sta difendendo la cima del San Matteo (a oltre 3.680 metri di quota) strappata alle forze austroungariche il 18 agosto. Ai primi di settembre, le truppe nemiche contrattaccano violentemente, sottoponendo i soldati italiani a un’impressionante pioggia di fuoco. Berni congeda i suoi uomini e resta ad affrontare il proprio destino: scompare, sepolto dai ghiacci.
Le ricerche del corpo iniziano poco dopo la battaglia, ma senza esito. Per anni, ogni estate il fedele attendente di Berni torna in cima al ghiacciaio per cercare il suo capitano. Affascinato dalla storia, ne raccoglie il testimone Bepi Magrin, ex-ufficiale degli Alpini, esperto di guerra, da quarant’anni impegnato a ricostruire le ultime ore di Berni e a trovare il luogo che potrebbe restituirne i resti. Guida alpina militare, scalatore e scrittore, consulente della Difesa per la bonifica delle aree montane dai residuati bellici, Magrin accompagna lo spettatore di History sulle tracce del capitano Berni.
RIPRESE ANCHE IN ALTA QUOTA
Due spedizioni sulla vetta del ghiacciaio dei Forni, il più grande d’Italia, hanno ripercorso i luoghi impervi dove gli alpini conquistarono eroicamente il San Matteo per poi riperderlo, altrettanto a caro prezzo. Con l’intento di far luce su domande ancora aperte a cent’anni dall’inizio delle ricerche, l’Esercito italiano e il Corpo degli Alpini hanno organizzato con Bepi Magrin una missione ufficiale, raccogliendo ulteriori informazioni che – assieme a rari filmati d’epoca provenienti dagli archivi Istituto Luce/Cinecittà e ad altre immagini inedite – raccontano un capitolo significativo della Guerra Bianca, il conflitto in alta quota rimasto un unicum nella storia militare praticamente fino ai giorni nostri.
CREDITS
Si ringrazia il Corpo degli Alpini che, nella persona del gen. Marcello Bellacicco, ha messo a disposizione personale ed elicotteri per rendere omaggio a uno dei propri caduti, mai dimenticati. Sia il Comune di Mantova sia la Fondazione Franchetti hanno concesso il proprio patrocinio al film, realizzato con il supporto di Mantova Film Commission e CereaBanca 1897. Un ringraziamento particolare per la preziosa collaborazione al ten. col. Davide Ferrante, direttore del Circolo Unificato di Presidio di Mantova, e al Museo etnografico di Rivalta per il supporto nelle riprese.
LA SCHEDA DEL FILM
Il progetto – regia di Matteo Raffaelli (già premio della critica per Mareyeurs al Migranti Film Festival), musiche di Marco Del Bene – è prodotto da Elena Lombardi e Marco Nereo Rotelli per Art Project con Istituto Luce-Cinecittà, produttore associato HF4. https://drive.google.com/drive/folders/1f4xgraU6f3v4HYwjbNZHe22ta8uij10O?usp=sharing