(Adnkronos) – “Io ritengo giusto non scaricare a valle sulle famiglie i rincari delle materie prime e credo che come azienda cercheremo di non alzare nell’immediato il prezzo del caffè. Cercheremo di assorbire attraverso la riduzione dei nostri margini questi prezzi alle stelle delle materie prime. Se questi prezzi dovessero continuare a essere così alti per un periodo più lungo, ci troveremmo anche noi costretti ad adeguare il prezzo del nostro prodotto. Però, è una decisione che non vogliamo prendere nell’immediato e, quindi, nei prossimi mesi, cercheremo di assorbire attraverso una riduzione del nostro margine questo rincaro delle materie prime. Poi, se nell’anno nuovo dovessero continuare queste tensioni, allora saremmo obbligati ad agire di conseguenza”. Così, conversando con Adnkronos/Labitalia, Cristina Scocchia, ad di illycaffè, sulla possibilità dell’aumento del prezzo del caffè a causa dei rincari energetici e delle materie prime, caffè in primis.
Costi che, ribadisce Scocchia, sono letteralmente esplosi. “Anche per noi la bolletta energetica, come per tutti, sta notevolmente aumentando in maniera esponenziale. Quello che ci colpisce di più, però, è il rincaro -spiega l’amministratore delegato dello storico marchio del made in Italy- del costo del caffè, della materia prima: era 110 dollari nel novembre 2020 e adesso siamo arrivati alla quotazione di stamattina di 238 dollari per la stessa libbra. Quindi, per noi, il rincaro che ci colpisce di più è questo”.
“E ci colpisce molto la difficoltà a reperire container. Il costo dei container è passato da 1.700 euro fino 4 volte tanto, che è il prezzo che paghiamo oggi”, sottolinea l’ad dello storico marchio del caffè made in Italy.
“Quindi, anche Illy non è esente dall’impatto del rincaro delle materie prime e come tutte stiamo cercando di dotarci di un piano industriale che ci permetta di attraversare questo periodo così complicato”, aggiunge ancora.
E gli effetti sul mercato del lavoro potrebbero essere non semplici da gestire secondo la manager. “A livello generale, posso dire che siamo davanti a un autunno difficile perché i rincari continuano a mettere sotto pressione le aziende. Noi sappiamo che quelle più piccole e di piccolissime dimensioni iniziano anche ad essere a rischio fallimento. Ci sono quelle più grandi, molto energivore, che hanno già annunciato di dover fare ricorso alla cassa integrazione. Quindi, di certo abbiamo davanti un autunno complesso dal punto di vista occupazionale”., sottolinea Scocchia che oggi ha partecipato a un convegno sui cambiamenti del lavoro al Meeting di Rimini.
“Dall’altro lato, però, ci sono dei giovani che il lavoro ce l’hanno e con il fenomeno della ‘Great Resignation’ ci stanno mandando dei segnali molto forti sul fatto che non sono soddisfatti di questo lavoro”, sottolinea Scocchia.
“Io, quindi, credo che in tutte le aziende -spiega l’amministratore delegato dello storico marchio del made in Italy – bisogna occuparsi di entrambe le dinamiche. E’ quindi fondamentale per le aziende avere dei piani forti, strutturati, che permettano di attraversare la tempesta e di rimanere competitive e sane. Perché un’azienda sana mantiene l’occupazione attuale e ne genera di nuova. Al contempo, dobbiamo poi andare a motivare al meglio le nostre persone nei contesti lavorativi, ognuno di noi lo deve fare nella propria azienda. Come fare in modo che soprattutto i giovani riescano a riscoprire un senso e un piacere nel lavoro, un’adesione anche a quello che è il mondo valoriale dell’azienda stessa”, conclude.
(di Fabio Paluccio)