MANTOVA. Lunghe file di carrelli della spesa fuori dai supermercati.
Sembra che le lancette dell’orologio sia tornate indietro a due anni fa, proprio di questi tempi, quando nei primo giorni del lockdown si era scatenata la psicosi che dagli scaffali di iper, supermercati e negozi di alimentari potessero sparire nel giro di poco molti prodotti.
In quel caso poi i distanziamenti contribuivano ad accrescere le code.
Oggi le scene si stanno ripetendo, non dappertutto, ma in alcune catene si, in particolare al Tosano, sia di Curtatone che di Castiglione delle Stiviere, dove c’è stata la corsa ad accaparrarsi molti prodotti, soprattutto pasta e cereali di ogni tipo, farina e olio di mais.
Più tranquilla invece la situazione nei punti Conad, Coop e Famila dove si sono notati numerosi clienti che hanno riempito i carrelli di più rispetto al normale ma non in maniera così esagerata.
La paura di rimanere senza generi alimentari ha ragioni diverse. La prima parte dalla preoccupazione per l’annunciato blocco degli autotrasportatori, con una prima giornata di sciopero in programma per lunedì 14 marzo.
E qui alcuni messaggi whatsapp girati la sera del 9 marzo che sembrerebbero partiti dalla Sardegna hanno ulteriormente alimentato la psicosi: dicevano infatti che gli autotrasportatori avrebbero scioperato per due settimane per protestare contro il caro carburanti.
C’è poi la paura che la guerra in Ucraina possa limitare di molto l’arrivo di alcuni prodotti. E c’è il timore che tutto ciò si ripercuota con un vertiginoso aumento dei prezzi dei prodotti.
Il rischio “scaffali vuoti” non è reale rassicurano sia alcune catene di distribuzione come la Coop ma anche Federdistribuzione da dove si dichiara “Non ci sono problemi di disponibilità di prodotto a scaffale. Le aziende della distribuzione sono impegnate a garantire la continuità di approvvigionamento e al momento non ravvisiamo criticità”.
Insomma, nessun problema a meno che non siano proprio i cittadini a causarlo, prendendo d’assalto gli scaffali dei supermercati, ma anche gli stessi commercianti. In più città italiane si racconta infatti di baristi e ristoratori che escono dai punti vendita con i carrelli pieni di bottiglie di olio e di prodotti non deperibili.
Ragion per cui molte catene di iper e supermercati si sono già attrezzate, anche in provincia di Mantova, per mettere un tetto agli acquisti di alcuni prodotti: non se ne possono comprare più un numero ben definito per ogni scontrino.
Lunghe file non solo nei punti vendita di alimentari ma anche ai distributori di carburanti dove il timore di ulteriori rincari ha portato moltissimi mantovani a decidere di fare il pieno al serbatoio.
Proprio i rincari fortissimi dei carburanti sono all’origine dello stop dei pescherecci che è iniziato lunedì scorso e che ha fatto sparire molto pesce dai mercati facendo schizzare alle stelle il poco che ancora si trova.