Mantova – Sono 3107 i nuclei familari incontrati nel 2021 dalla rete dei Centri di Ascolto della Caritas diocesana mantovana raggiungendo, nel complesso, circa 10700 persone, il 10% in meno rispetto al 2020. In maggioranza, il 52,8% si tratta di donne, a conferma di un problema occupazionale al femminile nel Mantovano dovuto anche alla deindustrializzazione, ma anche al fatto che nell’ambito familiare è più spesso la donna che ha una percezione complessiva delle difficoltà e ha anche più tempo per poter recarsi presso i Centri Caritas. Nel 34% dei casi si tratta di primi colloqui a testimonianza di un forte ricambio dell’utenza.
Sono alcuni dei dati emersi stamani dal Rapporto sull’attività delle Rete dei Servizi della Caritas Mantovana nel 2021 presentato alla Comunità Mamrè di San Giorgio.
A illustrare il report sono stati il direttore dell’Osservatorio delle Povertè e delle Risorse della Caritas Davide Boldirini, il direttore della Caritas mantovana Matteo Amati, affiancati da don Matteo Pinotti, dall’assessore al Welfare del Comune di Mantova Andrea Caprini, e da alcuni responsabili dei Centri d’Ascolto.
L’incidenza degli utenti con residenza nei comuni della provincia di Mantova è del 20,35 per mille, ma se si considerano anche le persone presenti (con residenza in altre province oppure che non hanno alcuna residenza, tale dato si eleva al 26,31 per mille).
Gli stranieri rappresentano circa il 69% dell’utenza. Si registra una forte prevalenza di cittadini marocchini rispetto alle altre nazionalità. In aumento la presenza dei pakistani, che nel corso del 2021 hanno cominciato ad arrivare con flussi mai registrati in passato chiedendo il riconoscimento dello status di rifugiato. Movimenti di nuovi accessi, anche se in modo meno marcato anche da India e Afghanistan.
Gli italiani, che rappresentano il 31% dell’utenza Caritas, hanno un’età media notevolmente più elevata degli stranieri (circa 42,6 anni, contro i 32,1 degli stranieri), con una quota di persone ormai fuori dal mercato del lavoro e con situazioni di disagio più radicate. Per essi i percorsi di aiuto e di accompagnamento richiedono spesso maggiore intensità e durata e sollecitano la rete dei servizi ad un lavoro coordinato e continuativo.
Il 14% degli utenti è privo di residenza. Si tratta prevalentemente di cittadini stranieri, ma si annoverano anche numerosi casi di persone italiane. Nella quota degli stranieri privi di residenza ha un fattore piuttosto
rilevante la condizione di irregolarità rispetto alle norme sul soggiorno, che coinvolge circa 11% degli stranieri (dunque una minoranza rispetto ai fruitori dei centri Caritas), ma che non esaurisce la platea delle persone prive di iscrizione anagrafica.
Nei mesi invernali, a seguito delle condizioni climatiche più severe, la presenza di persone in condizione di esclusione abitativa accresce la necessità di ampliare la capacità ricettiva delle strutture di accoglienza per scongiurare il rischio di morti per freddo. Ciò avviene in una situazione di grande intasamento delle strutture esistenti che faticano ad assorbire per intero la domanda di questo bisogno in crescita. La sinergia tra pubblico e privato, ciascuno nell’ambito delle proprie competenze, ha bisogno di integrarsi in una fattiva cooperazione che realizzi forme sempre più ampie di sussidiarietà orizzontale e verticale in tutti i
livelli istituzionali e territoriali.
L’esperienza di aiuto alle famiglie colpite dalla crisi economica, che trova la sua espressione più avanzata con il servizio diocesano denominato Proximis, programma per interventi di microcredito sociale, consente di intercettare situazioni di disagio economico da tutti i territori della provincia. Sono in crescita, sia il numero di situazioni contattate ed accompagnate, sia l’intensità, la qualità e la diffusione dei fenomeni di
sovraindebitamento e di intervento economico. Nel complesso, ai 281 nuclei accompagnati nel corso del 2021, dei quali 116 nuovi, sono state erogati interventi per oltre 102.771 euro.
Rispetto alle nuove situazioni di sovraindebitamento, che rappresentano circa il 50% delle nuove situazioni incontrate, queste nel 90% dei casi coinvolgono italiani per lo più pensionati che vivono soli, con un reddito medio di 1000 euro mensili. La cifra fa capire come si tratti di persone nella cosiddetta “zona grigia” che solitamente non sono in carico ai servizi sociali ma che si sono indebitate spesso o per problemi di salute o di accesso al credito al consumo. E queste rappresentano solo la punta di un iceberg che sta rivelandosi in tutta la sua grandezza nel 2022, con l’esplosione dei costi delle bollette energetiche. Proprio ai due fenomeni più evidenti, aumento delle persone sovraindebitate e della marginalità, è collegato il titolo del report di quest’anno “Sulle strade e nelle case della gente”.
Vedi il video servizio con le interviste al Direttore dell’Osservatorio delle Povertà e delle Risorse della Caritas mantovana Davide Boldrini e al Direttore della Caritas mantovana Matteo Amati.