MANTOVA – Suona la campanella questa mattina per 50.500 studenti mantovani, che tornano sui banchi di scuola nel primo anno scolastico dell’era post-Covid, dunque senza restrizioni. Oltre 7 milioni le studentesse e gli studenti che torneranno a scuola (statale) nell’anno scolastico 2022/2023 in Italia. I primi a rientrare in aula sono stati, lo scorso 5 settembre, gli alunni e le alunne della Provincia di Bolzano. Da oggi parte la Lombardia, assieme ad Abruzzo, Basilicata, Friuli-Venezia Giulia, Piemonte, Veneto e nella Provincia di Trento. Il 13 settembre sarà la volta di bambini e ragazzi della Campania. Il 14 settembre le lezioni prendono il via in Calabria, Liguria, Marche, Molise, Puglia, Sardegna, Umbria. Il 15 riprenderanno, invece, in Emilia-Romagna, Lazio e Toscana. In coda, il 19 settembre, Sicilia e Valle d’Aosta.
“Auguro buon rientro e buon lavoro alle studentesse e agli studenti, ai docenti, ai dirigenti e a tutto il personale scolastico e dell’amministrazione, centrale e territoriale – ha dichiarato il ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi – A tutta la scuola italiana va il mio ringraziamento per il grande impegno profuso in questi due anni difficili, che sarà alla base di questo nuovo anno scolastico e di quel ritorno a una normalità per cui abbiamo lavorato e che consentirà, finalmente, di tornare a guardarci in viso, di sederci più vicini, di riprendere attività e abitudini che avevamo dovuto mettere da parte”.
Quest’anno frequenteranno la scuola dell’infanzia 821.970 bambine e bambini, gli alunni della primaria saranno 2.260.929, quelli della secondaria di primo grado saranno 1.557.403, 2.645.849 ragazze e ragazzi andranno alla secondaria di secondo grado. Il 51,1% di questi ultimi frequenterà un indirizzo liceale, il 31,8% un Istituto tecnico, il 17,1% un Professionale.
Per quanto riguarda il personale scolastico, in base ai dati caricati a sistema all’8 settembre e in corso di aggiornamento, nel mese di agosto gli Uffici Scolastici Regionali (Direzioni generali e Uffici di ambito territoriale) hanno continuato a lavorare per un ordinato avvio del nuovo anno. Secondo i dati disponibili alla data di oggi, che sono in aggiornamento, le operazioni di immissione in ruolo effettuate ad agosto hanno consentito l’assunzione di 50.415 docenti, 9.021 Ata (personale Amministrativo, Tecnico e Ausiliario) e 317 dirigenti scolastici.
Covid e scuola, rientro in classe 2022: le nuove regole
Dalla mascherina alla Dad, il rientro a scuola prevede nuove regole anti-covid. Non è previsto l’obbligo di mascherine. “Successivamente vedremo in base all’evoluzione della situazione epidemiologica”, ha affermato il ministro della Salute Roberto Speranza aggiungendo: “Questo non vuol dire che non possa essere usata, il mancato obbligo non comporta che passi il messaggio che la mascherina sia inutile. La mascherina si utilizza quando necessario”.
“Il personale a rischio di sviluppare forme severe di Covid-19 utilizza i dispositivi di protezione respiratoria del tipo Ffp2 e i dispositivi per la protezione degli occhi forniti dalla scuola in base alle indicazioni del medico competente”, prevede il vademecum inviato alle scuole dal ministero dell’Istruzione. “Anche il personale che ha la volontà di proteggersi con un Dpi può usare un dispositivo di protezione respiratoria del tipo Ffp2 e dispositivi per la protezione degli occhi”, si aggiunge.
“Al momento le persone risultate positive al test diagnostico per SARS-CoV-2 sono sottoposte alla misura dell’isolamento. Per il rientro a scuola è necessario l’esito negativo del test (molecolare o antigenico) al termine dell’isolamento”, si legge ancora.
È consentita la permanenza a scuola a bambini e studenti con sintomi respiratori di lieve entità ed in buone condizioni generali che non presentano febbre. Come si legge sul sito del ministero dell’istruzione “nei bambini la sola rinorrea (raffreddore) è condizione frequente e non può essere sempre motivo di non frequenza o allontanamento dalla scuola in assenza di febbre”. Quindi “gli studenti possono frequentare in presenza indossando mascherine chirurgiche/FFP2 fino a risoluzione dei sintomi ed avendo cura dell’igiene delle mani e dell’osservanza dell’etichetta respiratoria”.
Per accedere ai locali scolastici non sono previsti controlli sullo stato di salute, ad es. misurazione della temperatura corporea. “Ma, se durante la permanenza a scuola, il personale scolastico o il bambino/alunno presenti sintomi indicativi di infezione da SARS-CoV-2 viene ospitato nella stanza dedicata o area di isolamento, appositamente predisposta e, nel caso dei minori, devono essere avvisati i genitori”, si legge ancora tra le Faq. “A titolo esemplificativo, rientrano tra la sintomatologia compatibile con COVID-19: sintomi respiratori acuti come tosse e raffreddore con difficoltà respiratoria, vomito (episodi ripetuti accompagnati da malessere), diarrea, perdita del gusto, perdita dell’olfatto, cefalea intensa”, viene ricordato.
Gli alunni positivi non potranno però utilizzare la Dad: “La normativa speciale per il contesto scolastico legata al virus SARS-CoV-2, che consentiva tale modalità, cessa i propri effetti con la conclusione dell’anno scolastico 2021/2022”, si legge nelle faq del documento.
Apam: l’anno scolastico riparte regolarmente. Ma c’è l’incognita caro-carburanti
Incognita caro carburanti sul trasporto pubblico locale, che dopo circa tre anni, si appresta a riproporsi senza restrizioni numeriche in classe e nei trasporti pubblici con il ripristino del “turno unico” di ingresso ed uscita.
“Il servizio di trasporto torna alla normalità – ha commentato nei giorni scorsi il presidente di Apam Daniele Trevenzoli -. Un turno unico d’entrata e quindi si torna alle procedure pre Covid, pur mantenendo l’obbligo delle mascherine FFP2 a bordo dei mezzi come da normativa”. Strettamente legato al tema del trasporto scolastico c’è il tema legato al rincaro del carburante, che per Apam comporta un aumento di costi pari 3,3 milioni di euro in più rispetto al 2021: “Tengo a precisare che non è a rischio il servizio di Apam. E’ a rischio il sistema a livello nazionale. Ognuno lamenta la propria parte. Noi cerchiamo di ottimizzare il tutto, ma soprattutto stiamo sollecitando gli enti superiori a intervenire per sopperire a questo aumento”.
Ma il virologo Pregliasco avverte: “Covid, non è finita: pronti a eventuali restrizioni”
“In questa attuale situazione epidemiologica” di calma sul fronte Covid, “credo che il messaggio che è stato dato con le indicazioni alle scuole, ossia che si può partire con una certa libertà, sia giusto. Però non dobbiamo pensare che è finita, perché ci sono rischi per il futuro ed è opportuno pianificare l’eventualità di nuove restrizioni, nel caso in cui dovessero servire. Speriamo di no, però attrezziamoci”. Questo il monito del virologo Fabrizio Pregliasco, docente di Igiene all’Università Statale di Milano, alla vigilia della riapertura delle scuole lunedì in molte città italiane. Se per ora le mascherine non sono raccomandate se non ai fragili, secondo l’esperto potrebbe essere necessario indossarle nuovamente in modo più esteso. Il medico invita inoltre a lavorare per migliorare la ventilazione e la gestione degli spazi. “Si può sempre far meglio”, spiega all’Adnkronos Salute.
Pregliasco invita a monitorare con attenzione il comportamento dei virus. “Ricordiamoci quello che è successo in Australia, dove oltre a Covid con l’inverno agostano si è fatta vedere abbondantemente anche l’influenza”, evidenzia. “Considerando poi le condizioni ambientali tipiche della scuola come pure delle attività lavorative, i consueti sbalzi termici e le nuove varianti di Sars-CoV-2 che potranno anche emergere, dobbiamo almeno immaginarci un rialzo” dell’epidemia, avverte. “Quindi adesso il messaggio deve essere di tranquillità – ribadisce – ma sarà poi fondamentale stringere in caso di necessità. Lo stesso Istituto superiore di sanità nelle raccomandazioni ha previsto l’eventualità di uno scenario di maggiori restrizioni”, rimarca lo specialista.
Per mettere in sicurezza le scuole si poteva fare di più? “Sicuramente sì – risponde Pregliasco – In termini populistici si può dire che non si è fatto abbastanza, ma si può sempre fare meglio”, ripete. “Sulla ventilazione” per esempio, “sull’utilizzo di sistemi di disinfezione dell’aria: attuarli quanto più possibile aiuta e lo si potrà fare nel tempo. Ben venga tutto quello che si può migliorare anche in termini organizzativi e di spazio. Una continua progressione sarà positiva in generale, negli ambienti scolastici, anche per la qualità della vita e della didattica”.