QUISTELLO – Poste Italiane parteciperà, in collaborazione con il Comune di Quistello, alle celebrazioni per il Centenario Prima edizione de “La Musa paisana con lì fransi” * di Don Doride Bertoldi (che si firmava con lo pseudonomo di Anfibio Rana) che si svolgerà il 15 dicembre presso il Museo Gorni a Nuvolato.
Per l’occasione sarà allestito uno spazio filatelico presso il Museo Gorni dove sarà possibile dalle ore 17.00 alle ore 22.00 ottenere l’annullo con il timbro appositamente creato per celebrare l’importante ricorrenza. Presso lo spazio filatelico, sarà inoltre disponibile la cartolina filatelica dedicata, edita da Poste Italiane in tiratura limitata di 1000 esemplari. Oltre al bollo filatelico saranno disponibili le più recenti emissioni di francobolli, anche con tematiche attinenti alla manifestazione.
La clientela potrà inoltre acquistare i tradizionali prodotti filatelici di Poste Italiane come folder, pubblicazioni e tessere filateliche, cartoline, libri e raccoglitori per collezionisti. L’annullo speciale, dopo l’utilizzo nella giornata del 15 dicembre, sarà depositato presso lo Sportello Filatelico dell’Ufficio Postale di Ostiglia sito in via Don F. Caiola 3 per i sessanta giorni successivi, al fine di soddisfare le richieste dei collezionisti, per poi essere depositato presso il Museo Storico della Comunicazione di Roma per entrare a far parte della collezione storica postale.
* La Musa Paisana è una raccolta di liriche pubblicate nel 1910 da Anfibio Rana, pseudonimo di Don Doride Bertoldi, prete singolare e bizzarro di Villagrossa, non stimato dalla gerarchia ma intimamente legato alla campagna e ai contadini, al loro mondo di terre e acque di cui le rane erano la voce, il concerto che accompagnava la fatica quotidiana dell’uomo. Nel 1910 dà alle stampe La Musa Paisana e nel 1923 pubblica La Musa Paisana con li fransi, dedicandola a Ivanoe Fossati, direttore del quotidiano La Voce di Mantova. La sua è la Musa popolare, la Musa pescadora che tut al dì la bagola in risera – che tutto il giorno chiacchiera nella risaia. Al pretin di Villagrossa non mancava la conoscenza della cultura classica e neppure una solida competenza prosodica, eppure sceglie di scrivere nel suo dialetto, quello parlato dai suoi parrocchiani. I suoi componimenti meditano su fatti e luoghi dei personaggi del suo borgo, sulle dispute politiche, opere di denuncia che ci offrono un limpido spaccato di vita, uno specchio di quel tempo, una testimonianza ostinata delle nostre radici.
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