MANTOVA – Si sono concluse lo scorso giovedì in provincia di Mantova le centinaia di assemblee nelle fabbriche del mantovano per il rinnovo del Contratto Collettivo dei lavoratori metalmeccanici. L’ipotesi di accordo firmata dai Sindacati (Fim-Fiom-Uilm) e Federmeccanica-Assistal lo scorso 5 febbraio è stata votata e, in linea con quello che è stato l’andamento nazionale, il sì all’accordo è stato votato dal 94% dei votanti.
“In questi de mesi, dalla firma dell’ipotesi di accordo sul rinnovo del contratto al 15 aprile – spiega Marco Massari, segretario provinciale di Fiom Cgil Mantova – siamo riusciti a svolgere centinaia di assemblee in una situazione resa ancora più complicata dall’emergenza sanitaria. Molte sono state fatte nei piazzali delle aziende, spesso in difficili condizioni climatiche, ma i numeri ci dicono che il risultato ottenuto è ottimo e ci soddisfa per il coinvolgimento e la partecipazione dei lavoratori“.
Un centinaio di assemblee per un totale di 8mila dipendenti dei quali circa 6mila presenti e quasi 4mila votanti.
Un’ipotesi di accordo che la Fiom ha ritenuto, fin da subito, soddisfacente e, in qualche modo, rivoluzionaria per alcuni punti messi nero su bianco. In particolare due punti fanno di questa ipotesi di rinnovo un’ottima ipotesi: aumento del salario e riforma dell’inquadramento professionale.
“Gli stessi metalmeccanici – prosegue il segretario della Fiom Cgil Mantova – da anni non rinnovavano un contratto in cui gli aumenti sono il doppio dell’inflazione. Abbiamo stabilito aumenti in paga base doppi rispetto all’inflazione programmata per i prossimi anni. Se a questo aggiungiamo la riforma inquadramento, che era necessaria in quanto ferma dal 1973, scopriamo anche che dal primo giugno di quest’anno i lavoratori inquadrati al primo livello passeranno al secondo con una differenza di 140 euro e da giugno, poi, sparisce il primo livello. In piena pandemia rinnovare Ccnl con queste caratteristiche rappresenta un risultato di portata immensa”.