Agli arresti la banda dello spray al peperoncino. Gli inquirenti segnalano il suo passaggio anche a Mantova

Agli arresti la banda dello spray al peperoncino. Gli inquirenti segnalano il suo passaggio anche a Manto

ANCONA – Grazie alle rapine compiute con lo spray al peperoncino la banda di giovanissimi che ha provocato la strage nella discoteca Lanterna Azzurra di Corinaldo (Ancona),  dove il 7 dicembre scorso morirono cinque giovani e una madre, riusciva a mettersi in tasca circa 15mila euro al mese. E’ quanto hanno accertato gli investigatori che stanno ora indagando su tutta un’altra serie di episodi analoghi avvenuti in 60 locali del centronord e anche all’estero: uno dei colpi è infatti stato realizzato a “Chessy, presso il parco divertimenti Disneyland”. In tutti e 60 i casi è stata accertata la presenza dei giovani. E la loro presenza sarebbe stata registrata anche nel mantovano. In particolare lo scorso 6 ottobre alla discoteca Mascara ci sarebbe stato un fatto analogo a quello della discoteca Lanterna Azzurra, quando circa sei-sette giovani finirono in ospedale dopo che qualcuno aveva spruzzato dello spray al peperoncino in pista. Fortunatamente allora l’organizzazione degli addetti del locale e i l’efficacia dei meccanismi di sicurezza evitarono situazioni di pericolo per chi era in sala. Proprio in quei momenti concitati, stando a quanto accertato dagli inquirenti, approfittando della confusione, qualcuno avrebbe derubato alcune persone. Un altro colpo attribuito alla stessa banda sarebbe stato messo a segno a Sermide in quello stesso periodo. Altri due episodi al Mascara il 15 marzo e la festa Randon al Palabam il 23 marzo.

Sette gli arresti: in carcere sei ragazzi tra i 19 e i 22 anni, tutti residenti nel Modenese, accusati di omicidio preterintenzionale e lesioni: farebbero parte di una banda dedita alle rapine in discoteca spruzzando spray al peperoncino. Arrestato anche un ricettatore solo per associazione. Quella sera erano tutti alla Lanterna Azzurra. I sei ragazzi arrestati sarebbero responsabili di molteplici furti e “agivano con stabilità”. Erano in contatto con il ricettatore, arrestato con l’accusa di associazione a delinquere finalizzata al furto. Il ricettatore, è stato precisato, veniva contattato anche prima del furto.

“Grazie ai carabinieri e agli inquirenti: avevamo promesso indagini serie e rigorose per prendere i responsabili di quella tragedia e ora c’è un segnale importante. Nessun arresto restituirà le vittime ai propri cari, purtroppo, ma è nostro dovere individuare i colpevoli e punirli come meritano. Speriamo che la Giustizia preveda galera certa per tutti, senza sconti o attenuanti”, ha detto il ministro dell’Interno, Matteo Salvini.