SUZZARA – «Pur apprezzando lo sforzo fatto dalla Direzione dello stabilimento Iveco di Suzzara con accorgimenti più rigorosi e con un abbassamento della produzione relativo, la nostra categoria reputa insufficienti tali sforzi». Così il Segretario provinciale UGL Metalmeccanici di Mantova, Umberto Colella commenta la decisione dell’azienda di proseguire la produzione dalla giornata di lunedì.
«Non è tanto la contrarietà ad una produzione rallentata – precisa Colella, che è anche RSA all’interno della fabbrica suzzarese – quanto la gravità della situazione, che è di forte emergenza. Forse qualcuno non ha ben compreso cosa stiamo attraversando, ma soprattutto le conseguenze che ci troveremo ad affrontare nel momento in cui si verificherà anche un solo caso di contagio all’interno dello stabilimento.
E’ a rischio la salute di duemila famiglie, senza contare il personale delle aziende esterne che servono Iveco. Abbiamo chiesto al Governo a livello nazionale di fermare tutte le imprese almeno per i prossimi 15-20 giorni in cui è stato previsto scientificamente, e dichiarato dall’OMS, il picco del contagio da covid-19.
Il ciclo degli andamenti produttivi – prosegue Colella, – ha delle fasi legate alla temporalità degli avvenimenti. Oggi è la fase di una ragionevole flessione. Molti temono un default dell’economia ma dobbiamo vederlo non come un tracollo dell’economia o della produttività, bensì come una situazione forzata di transizione in un quadro più generale. Questo ci deve spingere ad essere più coscienziosi e determinati nelle scelte di buonsenso, pensando prima di tutto alla vera forza trainante delle imprese, vale a dire la salute ed il benessere delle persone: sono loro, infatti, gli attori principali che l’azienda dovrebbe salvaguardare e di cui dovrebbe avere maggiore cura.
Come Segreteria provinciale UGL Metalmeccanici di Mantova continueremo ad appellarci alle istituzioni a livello regionale e nazionale, sperando di essere ascoltati. Nel frattempo – conclude il segretario Colella – siamo coscienti che le famiglie e i lavoratori si auto-tuteleranno come potranno, determinando un assenteismo che comunque non garantirà una produttività piena».