Il terremoto 7 anni dopo: il nostro viaggio-inchiesta tra Mantova, Modena e Reggio Emilia, tra cosa è stato fatto e quanto resta ancora da fare

Strada Bondeno degli Arduini a Bondeno di Gonzaga

MANTOVA/MODENA/REGGIO EMILIA – Sono trascorsi sette anni da quando, il 20 e 29 maggio del 2012, la Bassa tremò come mai era avvenuto prima, e mai si pensava potesse avvenire. Una lunga serie di scosse che fecero crollare case e certezze, mandando in frantumi il cuore della comunità e il motore produttivo di quella fetta di pianura a cavallo tra la Lombardia e l’Emilia Romagna, divisa tra Mantova, Modena e Reggio Emilia.

Oggi, ad una manciata di giorni dal nuovo anno, si parla ancora di ricostruzione. La proroga al 31 dicembre 2021 dello stato di emergenza per i comuni mantovani colpiti dal terremoto è stata inserita nel decreto Milleproroghe: un respiro di sollievo per gli amministratori e i cittadini dei centri colpiti, che rischiavano altrimenti di veder svanire nel nulla le agevolazioni per la ricostruzione previste dallo stato di emergenza.

In questi anni è stato fatto molto, ma molto altro resta ancora da fare, sia sul versante mantovano, sia su quello modenese e reggiano. Iniziamo allora il nostro viaggio da Quistello, uno dei comuni mantovani più danneggiati dal terremoto. Qui le domande presentate per la ricostruzione privata, 214 in totale, sono state tutte evase. «La preoccupazione più grande è riuscire a pagare celermente le aziende che eseguono i lavori – ammette il sindaco Luca Malavasi; – con il termine dello stato di emergenza al 2020 il rischio è che i tecnici, non intravedendo una prospettiva duratura, abbandonino l’incarico e in questo modo sarà difficile liquidare. Se non riescono a dare prospettive, si mettono in crisi le aziende. Servirebbe una proroga almeno fino al 2022: d’altra parte per considerare chiuso questo tipo di emergenza servono almeno 10 anni». Per quanto riguarda l’edilizia pubblica, il 2020 darà il via ai lavori sul municipio, con il rientro nella sede storica previsto per l’anno successivo, prima della scadenza del secondo mandato di Malavasi. Ad agosto inizieranno i lavori anche sulla Chiesa parrocchiale, mentre entro l’estate verrà portata a termine la riqualificazione delle vie del centro storico, dell’ex Casa del Balilla, della cappella cimiteriale e dell’ex Casa del Fascio. Già finanziato il nuovo campo da basket, la gara verrà aperta anche in questo caso entro il periodo estivo.

Ci spostiamo a Gonzaga, dove nei suoi primi mesi di mandato il sindaco Elisabetta Galeotti ha completato gli iter per l’assegnazione delle progettazioni esecutive di opere post sisma particolarmente importanti per il paese e i suoi cittadini. Alla fase di progettazione esecutiva seguiranno le gare per l’assegnazione dei lavori, con i quali l’amministrazione chiuderà un importante capitolo della ricostruzione. Dopo il percorso partecipato G21 che ha individuato i possibili utilizzi di Palazzo Gazzolda, è stato predisposto un progetto già inviato alla struttura commissariale; come concordato con la Soprintendenza, il piano verrà integrato con elaborati relativi alla revisione degli impianti tecnici. Entro dicembre di quest’anno sarà completato anche il progetto della ristrutturazione di Corte Matilde a Bondeno: previsto il recupero del piano superiore della struttura. Sulla Torre d’angolo, come concordato con la Soprintendenza, è in corso una campagna di sondaggi e rilievi per individuare le soluzioni più adatte; l’amministrazione prevede di completare la progettazione entro i primi mesi del 2020. Per quanto riguarda infine Via Bondeno degli Arduini nella frazione di Bondeno, il progetto preliminare, già presentato alla cittadinanza, sarà completato con le indicazioni pervenute in assemblea e le prescrizioni della Soprintendenza, e sarà inviato alla struttura commissariale entro la fine dell’anno.

Arriviamo a Suzzara, dove le domande per l’edilizia privata con scadenza al 31/12 sono state tutte ammesse. «I lavori più attesi – spiega il sindaco Ivan Ongari – sono quelli per il recupero del “Cavallino Bianco” di Via Luppi Menotti, lo storico ristorante del Premio Suzzara chiuso dal 2010. C’è poi il palazzo cantierato tra Piazza Garibaldi e la via che porta alla Torre civica: qui i lavori partiranno dopo le festività natalizie». Attesi anche gli interventi su Villa Grassetti e il Teatro Guido, per il quale si prevede non solo il restauro e il consolidamento necessario a seguito del sisma del 2012, ma anche la realizzazione di nuovi spazi esterni al teatro totalmente accessibili alle utenze deboli. Con l’ordinanza 394 del 15 giugno 2018 relativa ai beni di rilevanza culturale ad alto rischio di perdita sono state finanziate da Regione Lombardia entrambe le progettazioni, Villa Grassetti per un importo di oltre 9 milioni e 500 mila euro, e il Teatro Guido per 3 milioni e 920 mila euro. «Per questi edifici – precisa Ongari – dovremo lanciare la gara per affidare la progettazione».

Attivissimo Poggio Rusco con il sindaco Fabio Zacchi in prima linea sul fronte lavori pubblici. «La novità più importante è stata, a inizio dicembre, l’avvio del cantiere della scuola primaria, intervento da 4 milioni e 700 mila euro – spiega il primo cittadino. – La nuova palazzina ospiterà 15 classi, 4 laboratori, una biblioteca/atelier e una palestrina per l’attività motoria. Una scuola che sarà, a tutti gli effetti, moderna e all’avanguardia: i lavori sono affidati allo Studio ViTre di Vicenza, specializzato in edilizia scolastica, e punteranno sul risparmio energetico attraverso impianti fotovoltaici, pompe di calore, arredi a misura di bambino ed altri sistemi che la renderanno una struttura a impatto zero». Ultimati anche i lavori sulla pavimentazione di Via Matteotti, in tutto il tratto compreso tra la rotonda e l’incrocio con la via per la stazione. A gennaio verrà invece pubblicata la gara per il recupero del municipio (intervento, questo, da 4 milioni di euro). «Dopo la messa in sicurezza del patrimonio pubblico, restava il nodo delle grosse opere – commenta Zacchi; – chiusa la ricostruzione privata, quella pubblica terminerà nel 2020».

Facciamo quindi tappa a Borgo Mantovano, dove è il sindaco Alberto Borsari ad illustrare i due maggiori interventi sulla parte pubblica. «Il primo riguarda la sistemazione del Palazzo Ducale di Revere, intervento da 950.000 euro, finanziato per più di 900 mila dalla struttura commissariale e per la parte restante dal Comune. Questo intervento porterà a recuperare completamente il Palazzo come forse mai era capitato da tanti anni. Ci saranno poi tanti spazi a disposizione di associazioni e mostre: diventerà insomma un “palazzo della cultura”, punto di riferimento per il territorio. Il secondo intervento decisivo – prosegue Borsari – è la risistemazione del cinema Teatro Ducale di Revere, progetto da 650.000 euro, di cui 614 mila finanziati dal contributo sisma e per il resto con fondi del Comune; consiste in un restyling totale del teatro a livello di impiantistica ma anche dal punto di vista strutturale, di cui l’edificio necessitava in maniera significativa. I lavori su Palazzo Ducale, iniziati ma sospesi in seguito ad alcuni problemi burocratici legati alle normative, sono ripresi da qualche settimana, mentre per il Teatro Ducale inizieranno fra poco. E con queste due opere si chiudono gli interventi a Borgo Mantovano».

Attraversiamo il confine regionale e raggiungiamo allora il Modenese, con Mirandola. «La ricostruzione privata – afferma il vicesindaco e Assessore alla Qualità urbana, Ricostruzione e Sviluppo sostenibile Letizia Budri – procede. Sono state rilasciate tutte le ordinanze di concessione contributi MUDE. Ora gli uffici comunali sono impegnati nella valutazione delle varianti e nella liquidazione dei SAL (stati avanzamento lavori) intermedi finali. L’attenzione è alta sulla gestione della cantieristica in centro storico ove permangono ancora circa un’ottantina di cantieri. Sul fronte delle opere pubbliche, già nei primi giorni dell’anno ci sarà la consegna del cantiere del Teatro Nuovo, mentre sono in stato di valutazione le offerte pervenute per lo storico Palazzo Municipale, 10 in tutto. La consegna dei lavori si attende per la primavera. E’ stato poi presentato in Regione il progetto definitivo esecutivo per il recupero del Castello dei Pico, per cui ora si apre la fase conclusiva di valutazione, mentre per quanto riguarda l’ex GIL, futura sede del Commissariato di Polizia, sono state prodotte le ultime integrazioni progettuali richieste dalla Regione. Continua il cantiere del futuro polo culturale in piazza Garibaldi in centro storico, per cui nel 2021 si attende il trasferimento della biblioteca “E. Garin”. È stato approvato nel novembre scorso il progetto definitivo esecutivo per la ricostruzione della caserma dei Vigili del Fuoco, in zona Aimag. Sono stati anche approvati i progetti per gli interventi di adeguamento sismico dell’asilo nido e della scuola materna che si affacciano su Viale Gramsci, plessi rimasti comunque agibili durante il sisma, ma su cui ora si interviene per aver strutture maggiormente sicure. L’avanzamento del piano delle opere pubbliche rappresenta una priorità insieme all’adozione del nuovo piano urbanistico generale e alla implementazione di aree verdi boscate, nel territorio comunale».

A Concordia sulla Secchia a fare il punto della situazione è il sindaco Luca Prandini: alla data del 6 dicembre 2019 i progetti approvati per il ripristino delle abitazioni danneggiate dal sisma sono 422 su 429 presentati. I lavori completati sono 293, mentre sono già stati concessi contributi per oltre 139 milioni di euro.

Terminiamo il nostro viaggio nel Reggiano, a Reggiolo, che nel 2012 fu il paese più colpito della provincia. Qui il sindaco Roberto Angeli ha erogato 120 milioni di euro che hanno permesso di portare a termine 280 cantieri: altrettanti edifici privati sono stati ricostruiti e riabitati. «I fondi della Regione e del Comune hanno permesso di far fiorire le piccole attività – aggiunge il primo cittadino. – Sono nate 50 nuove attività che hanno occupato il centro storico e riempito spazi vuoti».