In cento in piazza per chiedere: “Rientro a scuola il prima possibile”

MANTOVA – Una manifestazione per chiedere il rispetto dell’art.34 della costituzione: “La scuola è aperta per tutti” è quella che si è tenuta oggi pomeriggio alle 17 in piazza Sordello. Un centinaio le persone che hanno partecipato all’iniziativa organizzata da “Scuole aperte Mantova” insieme alla rete nazionale “Scuola In presenza” (una rete nazionale di 20 comitati e 40mila iscritti che raggruppa associazioni di genitori, insegnanti e studenti di tutta Italia che già da mesi stanno collaborando e si stanno impegnando a favore della scuola).

Alla base della manifestazione il grave danno in termini di istruzione, ma anche psicologico e sociale a un’intera generazione di studenti a causa del prolungato uso della Didattica a Distanza e dell’obbligo innaturale all’isolamento.

Noi chiediamo scuole aperte sempre, e chiuse solo in caso di necessità o quando c’è la presenza di focolai, quindi interventi caso per caso ” spiega Alessandro Paccagnini, fondatore insieme a Paola Spadini dell’associazione mantovana che ha contribuito a dar  vita alla rete nazionale.

” A Mantova i casi di contagio sono stati sporadici, noi ci sentiamo assolutamente tranquilli a mandare i nostri figli a scuola – prosegue Paccagnini – le scuole chiuse vanno a ledere un diritto fondamentale sancito dalla Costituzione”.

La Didattica a Distanza, riduce l’istruzione alla sola trasmissione di nozioni, negando il ruolo fondante della scuola come luogo di crescita sociale, di sviluppo della personalità individuale per questo consapevoli della complessità dell’emergenza Covid-19.

Da qui le richieste al Governo:

Riconoscere che l’istruzione è un diritto fondamentale ed essenziale che deve pertanto rimanere svincolato dall’automatismo delle “zone a colori”. Le Istituzioni si devono adoperare per mettere in atto rapidamente tutte le misure necessarie allo svolgimento delle lezioni in sicurezza e in presenza per ogni ordine e grado di istruzione. La scuola deve essere l’ultimo luogo a chiudere in caso di picco di contagi, non il primo. Non si possono avere centri commerciali aperti e scuole chiuse.

Rigettare l’uso prolungato e indiscriminato della Didattica a Distanza come strumento di insegnamento in quanto inefficace, svilente per gli insegnanti, discriminatorio per gli studenti provenienti da famiglie fragili e lesivo nei confronti degli alunni con disabilità o difficoltà di apprendimento.

Ricordare che la tutela della salute della comunità non si esaurisce nella battaglia al Covid-19, ma deve necessariamente includere la difesa della salute psicofisica, oggi gravemente minacciata in bambini e adolescenti. La prolungata mancanza di socialità e di una sana relazionalità didattica sta determinando tra i giovanissimi un allarmante aumento dei casi di tentato suicidio e di autolesionismo, mentre la scarsa attività fisica e il dilatarsi del tempo trascorso davanti a tablet e PC inducono l’aumento dei casi di pubertà precoce.

Chiediamo quindi al Governo un totale cambio di prospettiva affinché la scuola e i diritti delle nuove generazioni siano finalmente riconosciuti come essenziali per il futuro del Paese.

Per il 21 marzo sono previste manifestazioni nazionali, ma sparse sui territori, che dovrebbero confluire, la domenica successiva, in una grande manifestazione a Roma con la richiesta: “Rientro a scuola il prima possibile”.