MANTOVA – La segretaria della Cgil di Mantova, Donata Negrini, ha commentato il quadro sulla sanità lombarda, nel mezzo dell’emergenza sanitaria, che sta affrontando la Regione, oltre che l’Italia intera. I tagli subiti dalla sanità pubblica, la mancanza di prevenzione e la carenza di medicina territoriale. Questi i punti affrontati.
I tagli
Come spiegano dalla Cgil, in dieci anni, sono stati sottratti alla tutela della salute degli italiani 37 miliardi di euro, che si sono tradotti in 43000 dipendenti a tempo indeterminato in meno e a una riduzione drastica dei posti letto. “La Lombardia – spiega la Negrini – non solo ha confermato la scellerata politica dei tagli, ma ha ulteriormente depotenziato il servizio sanitario pubblico, privilegiando la libertà di scelta tra pubblico e privato invece di affrontare in modo efficace i bisogni della popolazione lombarda, caratterizzata da una percentuale altissima di anziani e cronici, le persone oggi più facilmente vittima del Coronavirus”
La prevenzione
La Cgil punta il dito contro la Regione anche sul tema della prevenzione. “in Regione Lombardia niente è stato evidentemente programmato per prepararsi all’eventualità, molto probabile, che il virus si presentasse anche sul nostro territorio: nessuna nuova soluzione organizzativa da adottare per il personale sanitario negli ospedali, né indicazioni ai medici di medicina generale, né formazione adeguata agli operatori delle strutture sociosanitarie”.
Medicina territoriale
Infine la Cgil apre gli occhi sulla gestione delle strutture. ““Inaccettabile, poi, la scelta di Regione Lombardia, con la delibera dell’8 marzo, di destinare posti letto per positivi nella RSA, dove gli ospiti (anziani, fragili e con più patologie) e gli operatori sono stati fin dall’inizio privati di protezione e quindi infettati in modo drammatico”.
Per affrontare tutte queste problematiche, CGIL, CISL e UIL Lombardia hanno presentato il 27 marzo una richiesta di incontro urgente all’Assessore Gallera, accompagnandola con un documento articolato di proposte e richieste, a partire dall’applicazione del “Protocollo per la prevenzione e la sicurezza dei lavoratori della Sanità, dei Servizi Socio Sanitari e Socio Assistenziali in ordine all’emergenza sanitaria da «Covid-19»”, sottoscritto il 24 marzo da CGIL CISL UIL con il Ministero della Sanità.