PEGOGNAGA – “All’imbrunire una forma tozza e scura corre velocemente a nascondersi sotto la siepe ornamentale all’interno del mio giardino. Dopo qualche minuto quell’ombra esce dal cespuglio: è una nutria. Rientro in salotto senza dire nulla: se mia moglie lo viene a sapere non esce più di casa. Mi chiedo come un animale del genere sia arrivato addirittura in zona abitata e come sia entrato nel giardino recintato. L’indomani tento di ricacciarlo fuori. Il giorno dopo, con l’amico Aleardo Fanti, lo catturo. L’operazione non è stata facilwe”. Questo i racconto di Nazzaro Semeghini, professionista a riposo residente nel quartiere z.a.i., contiguo al casello A22.
Un episodio degno di nota in considerazione degli interventi di eradicazione delle nutrie in corso nelle aree rurali in difesa, soprattutto, dei prodotti agricoli. Lotta che induce, probabilmente, questi roditori a sfidare la presenza degli uomini negli agglomerati urbani, alla ricerca del cibo. Interpellato, l’assessore all’ambiente Giulia Caramaschi fa sapere che il Piano Comunale Cattura Nutrie contempla la collaborazione di associazioni venatorie, Consorzio di Bonifica Terre di Gonzaga, associazioni agricole, onde attuare il Piano Provinciale Contenimento Nutrie. “L’obbiettivo – spiega Caramaschi – è di mantenere il trend di catture 2019, che è stato di 2635. Per l’anno in corso, aggiornato al 30 giugno le catture sono state 1574. Ovvio che difronte all’episodio riferito occorre aggiornare la strategia“. Non è improbabile che la nutria catturata da Semeghini abbia approfittato del lockdown conseguente al Covid-19, che, fermando tutte le attività umane, ha permesso all’animale di muoversi liberamente anche nell’agglomerato urbano.
Riccardo Lonardi