Pegognaga, la minoranza: “la Rsa Bovi necessita di interventi urgenti”

La Rsa Bovi di Pegognaga

PEGOGNAGA – La Rsa E. Bovi di Pegognaga si troverebbe in uno stato di degrado, secondo la minoranza consiliare RiAttiviamo Pego, che potrebbe tra l’altro anche influenzare negativamente gli ospiti stessi. Preoccupate del problema i consiglieri comunali Teresa Morbio e Viola Messori hanno convocato una conferenza-stampa per diffondere il seguente comunicato «In questo mese abbiamo assistito all’ennesima prova dell’incapacità della maggioranza di dare seguito alle promesse fatte ed è grave che il problema riguardi la nostra Rsa dove non esiste un progetto di riqualificazione della struttura e il programma di manutenzione intrapreso è lontano da tempistiche e promesse. Chi ne risente? Gli anziani che risiedono nella struttura, le persone fragili alle quali serve sostegno e non aggravanti dovute all’incuria. Abbiamo aspettato a fare le nostre rimostranze per rispetto al paese e alla storia della Rsa ma non si può attendere oltre. Nel contratto d’affitto il gestore si impegnava a realizzare i 4 appartamenti protetti entro il 2020, per pandemia sono slittati al 2021, nel 2023 siamo ancora in attesa di vederli conclusi. Ancora più grave è la situazione all’interno della Rsa dove si segnalano infiltrazioni d’acqua, muri scrostati, balconi pericolanti. Anche qua la tempistica non esiste e l’onestà dell’amministrazione è messa in forse in quanto sui social e i media si fanno promesse puntualmente disattese. Si parte nel dicembre 2021 con studio di fattibilità e delibera nel luglio dello stesso anno, si tentenna ancora, i costi si dilatano e si arriva a delibera nel ottobre 2022. In un articolo apparso sui giornali si parla di tre cantieri aperti nel dicembre 2022: dove sono? Nel frattempo è trascorso un anno e mezzo di disagi per chi quella struttura (addetti e ospiti) la vive ogni giorno. Facile dare voce a parole disattese, facile fare promesse non mantenute, facile dire a se stessi di essere quelli del fare quando poi quel fare è un contenitore vuoto. Ogni anno il gestore versa nelle casse del Comune 200.000 euro che vanno nel bilancio generale: cosa si aspetta ad usarne una parte nel sociale, nelle manutenzioni e anche nel sollievo degli anziani con iniziative che rendano più gradevole quell’ultimo spiraglio di vita?»
Riccardo Lonardi