QUISTELLO – Sono una settantina, nel momento in cui scriviamo, le firme raccolte tra i commercianti ed i piccoli imprenditori di Quistello per chiedere stesso trattamento e stesse opportunità offerti ai colleghi emiliani in seguito al terremoto del 2012. Una voce che si alza forte e compatta, che denuncia non solo le disparità di trattamento tra Comuni terremotati della Lombardia e dell’Emilia, ma che guarda anche al territorio e chiede una risposta rapida e concreta alle istituzioni. Ma andiamo con ordine.
La raccolta firme circolata in questi ultimi giorni a Quistello è partita dal basso, da una categoria – quella dei commercianti, dei professionisti e dei piccoli artigiani – che è presidio del territorio in quanto punto di confronto quotidiano e costante con i cittadini. Da lì, dall’anima del tessuto produttivo locale, ha avuto origine il documento che ha messo nero su bianco le richieste (tre, per essere precisi) rivolte ai Sindaci, all’Amministrazione provinciale e alla Regione per imprimere una svolta radicale alla gestione della ricostruzione.
Il ricordo del terremoto è ancora tragicamente presente nella mente dei quistellesi, così come le sue conseguenze. Oltre alle vittime e ai danni alle infrastrutture, l’Oltrepò ha registrato un significativo calo di abitanti (1.300 in meno dal 2011 al 2017, rilevano gli autori del documento), rivoluzionando il contesto economico, architettonico e sociale dei paesi colpiti. Il confronto con i Comuni terremotati dell’Emilia diventa a questo punto impietoso. “In Emilia Romagna ed in particolare a Concordia, Reggiolo, Novi, Mirandola e Cavezzo, a pochi chilometri dai nostri confini legislativi – si legge nella missiva che accompagna la raccolta firme – sono attive ormai da tempo misure per favorire l’insediamento e/o la riqualificazione, l’ammodernamento e/o l’ampliamento delle attività d’impresa, con l’obiettivo prioritario di aumentare l’attrattività dei centri storici. I contributi a fondo perduto concessi dalle norme previste da Regione Emilia Romagna ammontano fino a 150.000 euro per attività, sino all’80% delle spese ammissibili. E chiunque può fare una passeggiata in quei Comuni per comprendere il beneficio apportato da queste misure”.
Già, beneficio. Quello che i commercianti di Quistello (e, è il caso di dirlo, forse non solo loro nel Mantovano) non vedono. L’appello, diretto al Presidente della Regione Lombardia, Attilio Fontana, è dunque quello di non fermarsi ai limiti tracciati dalle mappe geografiche: “Quistello e Concordia sulla Secchia, Moglia e Novi, Gonzaga e Reggiolo, San Giovanni del Dosso e Mirandola, stanno come il centro storico di Milano ai Navigli: un intervento fortemente positivo in un’area inevitabilmente attrae persone, cittadini, imprese… impoverendo e svuotando l’altra. Per questo chiediamo che vengano messe in campo per le attività d’impresa iniziative analoghe a quanto avvenuto nella vicina Emilia, continuando con il principio, ribadito sin dai primi giorni dell’emergenza, che la gestione di una calamità non può avere confini legislativi».
Se la prima richiesta dei commercianti guarda a Palazzo Lombardia, la seconda è diretta al Presidente della Provincia di Mantova. “La prossima annunciata chiusura del ponte di San Benedetto Po, in un quadro territoriale carente di vie di comunicazione, è l’ennesima “batosta” per tutti noi che viviamo grazie alla presenza dei cittadini – scrivono artigiani e commercianti; – per questo è indispensabile che le istituzioni pongano particolare attenzione a non penalizzare le vie di comunicazione nei nostri territori, mettendo in campo ogni azione per evitare la chiusura del ponte”.
La terza richiesta (ultima ma certo non per importanza) riguarda il miglioramento dei collegamenti con i centri di riferimento, completando infrastrutture come la Po.Pe. e migliorando la qualità del trasporto pubblico locale.
«Non posso che schierarmi dalla parte dei commercianti – commenta il sindaco di Quistello, Luca Malavasi – soprattutto quando affermano che la stessa emergenza non può avere trattamenti diversi. Un principio in nome del quale anche noi sindaci del cratere sismico ci siamo sempre battuti».
La raccolta firme proseguirà nei prossimi giorni e, da parte dei commercianti, c’è la speranza (per nulla segreta) che in altri Comuni del Basso mantovano si dia vita ad altre iniziative di questo tipo. Magari grazie anche al supporto delle associazioni di categoria (alcune sono già a conoscenza della raccolta firme di Quistello, e si sono dette pronte a sostenerla) che, in quanto più strutturate, potrebbero ben ricoprire il ruolo di portavoce delle istanze dei piccoli imprenditori di fronte alle istituzioni. Il sasso i quistellesi l’hanno lanciato: ora non resta che attendere.