Mantova – Il Festivaletteratura abbraccia oggi uno dei suoi fedelissimi: lo scrittore inglese Ian McEwan, che questa sera (Piazza Castello ore 18,30) chiuderà la 23esima edizione in Piazza Castello. Sarà l’occasione per parlare della sua ultima pubblicazione: “ Macchine come me“ «Ma a breve uscirà un altro libro. Sulla Brexit. L’ho consegnato giovedì e mi hanno detto che in 10 giorni verrà pubblicato». C’è fretta. C’è voglia di capirci qualcosa di più, su quanto sta accadendo nel Regno Unito.
Ma ora è arrivato il momento di cimentarsi in un romanzo che prova a spiegare come ci si sente a vivere stretto contatto con una mente artificiale.
Un libro che ha un riferimento storico ben preciso: la guerra delle Falkland. Perchè proprio quel periodo storico?
«Avrei potuto scegliere qualsiasi periodo, ma il fatto di ambientarlo nel passato è stato un atto voluto. Ho un pregiudizio contro i romanzi ambientati nel futuro. Troppo facile. Predire il passato è ancora più interessante. Ho scelto l’episodio delle Falkland rovesciando il risultato e le conseguenze che ciò avrebbe potuto avere sia per il Regno Unito che per l’Argentina.
Quindi è davvero impossibile capire quello che succederà in futuro?
«La verità è che siamo tutti poco bravi a prevedere il futuro. Anche recentemente… chi è riuscito a prevedere realmente l’impatto di internet sulle nostre società. Per non parlare dell’impatto dei social media. Che sarebbero stati addirittura in grado di scegliere un presidente per una Nazione moderna o suscitare un sentimento molto diffuso che rifiutava le vaccinazioni. Trasformare le voci di corridoio, in veri notizie d’informazione. Nessuno l’aveva predetto»
Tutto questo può aver influito sulla crisi che sta attraversando la società europea? Una crisi che nessuno sa dove ci porterà…
«In questo momento siamo in mezzo ad una crisi costituzionale. Regno Unito compreso. Non sappiamo ancora cosa accadrà la settimana prossima. Mi sembra che anche l’Italia abbia passato un periodo abbastanza simile. E’ come se fossimo tutti seduti intorno a un tavolo dove si cercava d’interpellare il fantasma che aleggia nella stanza. Insomma, come si può prevedere il futuro?»
Però le sedute spiritiche in Italia continuano…
«Sono d’accordo. Non sappiamo cosa sta succedendo. Nessuno lo sa. Alla fine di ottobre saremo ancora membri dell’Unione Europea? Il nazionalismo inglese ci ha portato a vivere in questa situazione. Perderemo forse la Scozia, ma probabilmente avremo un’Irlanda unita. Sarebbe un’ottima notizia»
Questione temporale e Brexit. E’ quindi facile comprendere il motivo per cui non ha spiegato come la Brexit possa essere stata favorita dall’intelligenza artificiale…
«Il romanzo si svolge nel 1982. E’ un tema che non potevo affrontare. Nessuno poteva prevederlo. Ma ne parlerò nel prossimo romanzo»
Gioco degli scacchi e vita umana. Un rapporto inappropriato. Esattamente come Wittgenstein
«Per molto tempo abbiamo preso il gioco degli scacchi come un microcosmo dell’intelligenza umana e abbiamo pensato che se fossimo riusciti a inventare una macchina capace di battere l’uomo agli scacchi, avremmo inventato l’intelligenza artificiale. Alla fine ci rendiamo conto che gli scacchi sono un pessimo modello dell’intelligenza umana. E’ un sistema chiuso, ma la vita non è così.
Qual’è allora l’atteggiamento che deve assumere l’uomo di fronte a questa rivoluzione?
«La cosa particolarmente interessante delle invenzioni artificiali è che ci porranno di fronte a uno specchio. Ci faranno vedere i limiti di noi stessi, delle nostre emozioni e della nostra intelligenza. Ci faranno capire anche cosa già abbiamo. Una macchina composta da un miliardo di neuroni, che ha collegamenti con altrettanti neuroni. Una macchina che raffreddiamo con il nostro corpo. Questa macchina che sta sulle nostre spalle ha richiesto 4 miliardi di anni circa di sviluppo per arrivare nella condizione in cui ci troviamo ora. Con le nostre macchine d’intelligenza artificiali non ci avvicineremo mai».
Cosa leggeremo nel suo prossimo libro sulla Brexit?
«E’ la storia di uno scarafaggio che una mattina si sveglia dopo tanti incubi notturni e si trova trasformato in una creatura gigantesca: il primo ministro inglese»
Che idea si è fatto?
«Siamo in mezzo ad una tempesta. E’ imprevedibile ciò che avverrà nei prossimi giorni. Un momento triste dal punto di vista politico e culturale. Siamo diventati una società divisa, come quella americana, dove ci sono due civiltà che convivono nello stesso Paese».
Tommaso Bellini
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