SUZZARA – L’originale era quello in bronzo, collocato all’ingresso dell’ospedale; ma di quel busto del fondatore Pietro Montecchi non si trovava traccia da anni. Scomparso, forse tra il 1997 e il 2005, periodo durante il quale l’intera struttura fu prima chiusa, momentaneamente condannata al degrado, infine sottoposta a restauro.
Solo negli ultimi mesi si scopre che nei sotterranei del nuovo ospedale è custodito il busto in gesso, purtroppo in condizioni precarie (naso e base del busto rotto), ma pur sempre una testimonianza dell’originale bronzeo. Che fare? Grazie alla disponibilità della struttura ospedaliera, che nei mesi scorsi ha dato il via libera al restauro, il busto in gesso ora è in buone condizioni. Merito di un gruppo di amici che, per fortuna, non si sono arresi e hanno proseguito le ricerche: Attilio Pignata, Gilberto Zacchè, Paolo Bianchi e Anna Bonini (ex sindaco di Suzzara).
Ma chi era Pietro Montecchi? Un semplice pizzicagnolo che da un modico patrimonio riuscì ad accumulare una considerevole ricchezza. In un documento del 1829 lo troviamo indicato come “salamentario, pizzicagnolo, venditori di genere relativi, vetri e ferramenta” – scrive Paolo Bianchi nel libro “Suzzara Austriaca” – e risultava proprietario di diversi fondi agricoli con numerose case e abitazioni. Nel 1846 aveva fatto dono di 100 sacchi di “frumentone” da distribuirsi alle famiglie povere e agli ammalati. Ma l’atto benefico più rilevante rimane proprio quello riportato nel testamento olografo del 4 aprile 1850, in cui Montecchi decide di fondare un ospedale per i poveri della parrocchia di Suzzara.
La prima sede fu in Piazza Castello (ora sede municipale), dal 1854 al 1860, con dieci posti letto. Solo più tardi, nel 1888, viene aperto l’ospedale in memoria dei due fratelli benefattori, Pietro e Carlo Montecchi, ex sede dell’ASL. E’ del 1997, invece, il trasferimento nel nuovo ospedale, attualmente in periferia.