MANTOVA – Tra tutti i comuni dell’Alto mantovano c’è solo quello di Volta Mantovana senza problemi di carenza di medici di famiglia ma in compenso qui, ognuno di questi, si ritrova con circa 1.700 pazienti a testa invece dei 1.500 indicati come massimale in quanto è costretto a prendere pazienti da altri comuni, con tutte le conseguenze del caso. La situazione è particolarmente preoccupante nell’Asolano ma nel resto della provincia non è che la situazione sia comunque molto diversa.
A fare il quadro della situazione è la dottoressa Doriana Bertazzo, segretario provinciale Fimmg, il sindacato più rappresentativo dei medici di famiglia mantovani che spiega come la carenza di medici di medicina generale nel territorio mantovano sia sempre più drammatica: ad oggi ne mancano un centinaio su 350, un quadro dunque che è ulteriormente peggiorato rispetto a un anno fa quando in questo periodo ne mancavano un’ottantina. E la situazione potrebbe peggiorare ancora visto che anche nei primi mesi dell’anno sono previsti altri pensionamenti.
Da domani la frazione di Palidano di Gonzaga rimarrà senza medico di base in quanto la dottoressa Larissa Gialdi il 10 gennaio cesserà la propria attività professionale in qualità di incaricato provvisorio nella località Comune di Gonzaga. Forte il malumore e la preocupazione tra i cittadini anche perchè alcuni medici in servizio a Gonzaga sembrerebbe che al momento non abbiano posti disponibili.
La Fimmg erano anni che aveva lanciato l’allarme, rimasto inascoltato, su quella che sarebbe stata la situazione che sarebbe venuta a crearsi con il pensionamento nel giro di poco di tantissimi colleghi.
Il problema è che non ci sono proprio medici di medicina generale in ingresso, vuoi per il “numero chiuso” della facoltà universitaria a cui si somma poi la “poca attrattività della figura del medico di medicina generale, professionista che si trova con un carico di lavoro sempre più pesante senza avere tutta una serie di garanzie su cui possono contare invece i medici ospedalieri”.
A Mantova e nel resto della Lombardia non si è invece per fortuna verificato quanto sta accadendo in altre parti d’Italia dove, per un mero errore interpretativo, alcune Regioni hanno deciso di impedire ai medici in formazione di assumere incarichi provvisori e di sostituzione di medicina generale, lasciando quasi 2 milioni di cittadini senza medico di famiglia, migliaia di ambulatori territoriali di Continuità assistenziale (ex guardia medica) scoperti e centinaia di presidi di emergenza territoriale senza medici del 118. La denuncia arriva sempre dalla Fimmg. “Da noi i pochi medici giovani si sono iscritti quasi tutti al corso e i pochi che non lo hanno fatto hanno optato per fare la Guardia medica di cui c’è comunque un grandissimo bisogno. Il problema è il loro numero che è davvero troppo basso” spiega Doriana Bertazzo.
E’ dal 2018 che, in considerazione dell’emergente carenza di medici di medicina generale – ricorda la nota del sindacato – era entrata in vigore una legge che permette, in deroga alle incompatibilità precedenti, ai medici iscritti al corso di formazione specifica in medicina generale di assumere gli incarichi convenzionali; quest’anno la legge è stata prorogata fino alla fine del 2024, integrandola inoltre all’interno del percorso formativo come tirocinio pratico, con il supporto di un tutor.