Caccia di frodo a Volta con mezzi llegali: demunciati in quattro. Uccisi volatili protetti

Le armi sequestrate dai carabinieri
Le armi sequestrate dai carabinieri

VOLTA – Caccia di volatili protetti con l’utilizzo di metodi e mezzi illegali nella zona delle Colline Moreniche; è questa l’accusa avanzata nei confronti di quattro cacciatori, tre bresciani e un mantovano di età compresa fra i 50 e i 74 anni, denunciati dall’Unità Forestale dei Carabinieri. I 4, nascosti all’ interno dei capanni di caccia, azionavano con dei telecomandi i richiami elettromagnetici in precedenza abilmente nascosti nella vegetazione, in modo da attrarre gli uccelli in migrazione. I forestali, riconosciuta la non genuinità del suono emesso dalle apparecchiature e osservati, dal loro appostamento, gli abbattimenti degli animali, si sono manifestati all’ improvviso, sorprendendo i cacciatori in flagranza di reato: a nulla è servito che i 4 cacciatori, alcuni dei quali anche attempati, all’ arrivo dei carabinieri forestali abbiano spento coi telecomandi i richiami elettrici ed abbiano finto un atteggiamento di caccia conforme: perquisiti sul posto, uno di essi nascondeva 6 esemplari appena uccisi di pispola, specie particolarmente protetta ai sensi della legge n.157/1992 (cd legge sulla caccia) e quindi di particolare importanza ecologica, all’ interno degli stivali.

OPEAZIONE “PETTIROSSO”
L’ intervento dei Carabinieri Forestali fa parte di una campagna periodica di contrasto ai reati ai danni della fauna selvatica, che vede la sinergia fra i Carabinieri Forestali, la componente Territoriale dell’ Arma attraverso le molte Stazioni ubicate sul territorio, il Servizio di vigilanza Ittico Venatoria della Provincia di Mantova ed il Servizio faunistico della Regione (UTR di Mantova), finalizzata al contrasto all’ odioso fenomeno dell’ uccellagione, ovvero della caccia con metodi e mezzi illegali che causano inutili sofferenze alle specie dell’ avifauna protetta, già spossate dalla faticosa migrazione autunnale verso le stazioni di svernamento del Nord Africa; pratica sempre più diffusa, purtroppo, come i fatti stanno dimostrando, anche lungo il confine settentrionale della nostra provincia.