Coronavirus, a Moglia il Consiglio scrive una lettera alla cittadinanza: “L’allegria ci è stata strappata, ora riscopriamo il senso di comunità”

MOGLIA – A Moglia maggioranza e opposizione si stringono attorno alla cittadinanza, smarrita e in preda al timore del contagio. Con una lettera indirizzata alla popolazione il Sindaco Simona Maretti ed il capogruppo di minoranza Claudio Bavutti oggi hanno voluto idealmente abbracciare tutti, nessuno escluso, in un momento difficile per il paese e per la nazione intera.

“In questi anni abbiamo purtroppo dovuto affrontare tante prove, la più difficile sicuramente quella del sisma 2012 di cui ancora portiamo le ferite e da cui stavamo iniziando a risollevarci sorridendo alla prossima riapertura del Municipio e della Chiesa Parrocchiale – scrivono Maretti e Bavutti a nome di tutto il consiglio comunale. –  Purtroppo l’allegria ci è stata strappata nuovamente, non dalla terra ma da un nemico sconosciuto ed invisibile ancora più insidioso e dal quale siamo chiamati a proteggerci con tutte le nostre forze”.

Poi il ringraziamento alle imprese e alle attività economiche, “colpite dalle misure più restrittive di chiusura, ai piccoli esercizi aperti e in particolare alle farmacie chiamate, prima di tutti, a governare i sentimenti di paura della gente”.

Un abbraccio è stato riservato agli anziani, maggiormente esposti al rischio del contagio, e alle forze dell’ordine, “alla nostra stazione dei Carabinieri che insieme alla polizia locale e ai volontari di protezione civile presidia il rispetto delle misure governative”.

Infine, Bavutti e Maretti hanno rivolto un pensiero alle scuole, alle rsa e a tutto il personale medico, nonchè ai giovani volontari su tutti i fronti, così come “a Don Alberto e alle Suore la cui preghiera sappiamo ci sostiene ogni giorno”.

“Consapevoli degli importanti sacrifici che sono richiesti a ciascuno di noi, vi invitiamo a non abbassare la guardia e ad andare avanti con profondo senso di responsabilità e con fiducia fino a quando non potremo finalmente archiviare anche questa terribile esperienza – concludono. – Riscopriamo, nella privazione e nella lontananza, il senso di comunità, il piacere di ciò che era sbiadito e il calore della semplicità; facciamone tesoro per costruire insieme un futuro migliore”.