Treni in ritardo, il web insorge: «Non si può andare avanti così»

La stazione di Gonzaga-Reggiolo

GONZAGA-REGGIOLO – Ancora ritardi per i pendolari in partenza dalla stazione di Gonzaga-Reggiolo. Una via crucis che sembra non aver fine. Anche questa mattina, come purtroppo sta avvenendo già da qualche tempo, studenti e lavoratori della tratta Trenord Verona-Modena diretti a Mantova hanno dovuto raggiungere la città con mezzi propri a causa dei problemi segnalati sulla linea: comunicazioni di treni in ritardo, poi cancellati e seguiti da altri convogli, anche questi in ritardo.

La polemica sta infiammando i social in queste ore. L’ultimo episodio risale al 30 novembre scorso: secondo quanto riportato dal sito di RFI, in quel caso la circolazione ferroviaria è risultata rallentata dalle ore 6 per un inconveniente tecnico al sistema di distanziamento dei treni a Gonzaga; i convogli in viaggio hanno registrato ritardi fino a 60 minuti, mentre 3 treni sono stati limitati nel percorso e 5 treni sono stati cancellati.

Ieri e oggi ancora gli stessi inconvenienti. «Ieri pomeriggio il treno doveva arrivare da Mantova alle 14.05 invece è arrivato alle 14.30, dopo essere rimasto fermo per 20 minuti a Suzzara oltre al ritardo già accumulato – si sfoga una gonzaghese. – I ragazzi che vanno a scuola perdono un sacco di ore per questi disservizi. Ogni santo giorno, o all’andata o al ritorno, studenti e pendolari perdono un sacco di tempo in stazioni con nessun tipo di servizio». Chi ha potuto, ha accompagnato i figli a scuola in auto per fare in modo che non perdessero ore di lezione o interrogazioni importanti. «Per fortuna ero di riposo altrimenti mia figlia saltava la verifica – scrive sul web un’altra gonzaghese – e poi era molto freddo stamattina, neanche una sala d’attesa dove possono aspettare…».

Già, il problema che emerge è anche questo: l’assenza di posti considerati “sicuri” per ripararsi in attesa dei treni. Scarsa illuminazione e stazioni deserte risultano, a tutti gli effetti, un binomio poco affidabile soprattutto agli occhi dei genitori degli studenti. «La nostra sfortuna è che non abbiamo altre alternative e quindi ne approfittano ulteriormente – commenta una mamma. – Viene utilizzato ugualmente, ma il servizio è questo».